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SCRITTI
EDITI ED INEDITI
. i>i
GIUSEPPE MAZZINI.
VOLUME LI. POLITICA - Voi.. XVIII).
IMOLA.
COOPERA TIV A TIPOGRAF1CO-ÉDITR1CE
PAOLO fiALKATI
1 928.
-EPPE MAZZINI.
■
El
EDIZIONE NAZIONALE
DEGLI SCRITTI
GIUSEPPE MAZZINI.
SCRITTI
EDITI ED INED1 T I
DI
GIUSEPPE MAZZINI.
VOLUME LI.
Politica • Voi.. XVI1J .
IMOLA.
• ' (OPERATIVA TIPOGBAF1CO-EDITK1CE l'AOLO GALBATi:
1928.
SCRITTI POLITICI
EDITI ED INEDITI
DI
GIUSEPPE MAZZINI.
volume xvrn.
IMOLA.
COOPERATIVA TIPOGRAFJLCO-EDITRICE
PAOLO GALEATI.
1928.
l'KOl'KIEi'A LETTERA KI A.
VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA l»l l'in E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONK UE D'ITALIA
Ricorrendo il 22 giugno 1905 il 1° centenario della nascita di Giuseppe Mazzini:
Considerando clie con memorabile esempio di concor- dia. Governo ed ordini rappresentativi lian decretato a Giuseppe Mazzini un monumento in Roma, come solenne attestazione di riverenza e gratitudine dell'Italia risorta, verso 1' apostolo dell* unità :
Considerando che non meno durevole né meno dove- roso omaggio alla memoria di Ini sia il raccoglierne in un'edizione nazionale tutti gli scritti:
Sulla proposta del Nostro Ministro, Segretario di Sfato per l'Istruzione Pubblica:
Abbiamo decretato e decretiamo :
Art. 1. >arà fatta a cura e spese dello Sfato una edizione completa delle opere di Giuseppe Mazzini.
Art, 2. A cominciare dall'anno finanziario 1904-905 e pel com- pimento della edizione predetta sarà vincolata per le spese occorrenti la somma di lire settemila cinquecento, sul ca- pitolo del bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione per incoraggiamento a pubblicazione di opere scientifiche e letterarie, da erogarsi con le forme prescritte dal vi- gente regolamento di contabilità generale dello Stato.
RRGIO l'KCRKTO.
Art. 8.
Una Commissione nominata per decreto Reale avrà la direzione dell'edizione predetta.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sin inserto nella Raccolta ufficiale delle legjji i dei decreti del Regno d' Italia, mandando a chiunque spetti di osservarli» e di farlo osservare,
I>nt" :\ Roma, a'idi 13 manto ìoiu.
VITTORIO EMANUELE.
< ORLANDO. I . Gaarrinaigilli : IU>\< iiktti.
LXTROnUZIOXE.
I tre primi scritti di questo volume riguardano specialmente ii moto del 6 febbraio 1853. E anzi, quello die ne inizia, la serie lo preannunzia, e addita ai Ge- novesi, che ri avrebbero dovuto cooperare, la, via da seguire, nel caso che il moto scoppiato a Milano avesse assunto carattere d' insurrezione nazionale. Di quello scritto, che si estrae dall' inedito, e di cui si conserva l'autografo nel Museo del Risorgimento di Roma, il Mazzini fuse gran parte, usando quasi le stesse parole, nella lettera che il ó febbraio 1853, cioè il giorno in- nanzi a qucìlo in <-ui l'aveva steso, indirizzava ad A. Pepretis, (') il quale, come è noto, era stato dei pochissimi, se pure non il solo, di deputati al Par- lamento Subalpino, ad essere « aiutatore efficace » al moto milanese, contribuendo di suo, e facendo contri- buire altri della nativa Lomellina. all' esito finanziario deli' impresa.
II proclama insurrezionale del 6 febbraio dovette essere certamente stampato in foglio volante, in qualche tipografia della Svizzera Italiana, dorè, da quasi due mesi, il Mazzini era accorso da Londra per tra-
(<) le.d. l'nliz. nazionale, voi, XI, IX, pp, 934-236,
INI RODUZIONK.
riusi di persona sui luoghi dell'azione, che egli aveva preparata con affannone cure; e aortite pure esser diffuso tra i gruppi insorgenti e diramato in tutta In Lombardia. Però, di esso non è reperibile alcun esem- plare, che unii si rinviene nemmeno tra i ■■ reperti ■■ dei processi che furono istruiti con meticolosa proce- dura dulia polizia austriaca in Lombardia contro co- loro che subito dopo il fiero trambusto del 6 febbraio, era riuscita ad acciuffare, talvolta all' impazzata ; ed è probabile che di fronte al generale sbigottimento fossi /« completamente distrutti da chi ne paventava il post l'i; ad ogni morìa dato a luce udì' [talia e Popolo dell' 11 febbraio e di là riprodotto in altri periodici piemontesi ; infine, accidia nell' edizione cosi detta daeì- liana degli Scrini e<ìiri e inediti. Anche la tipografia clandestina romana, che nei due anni precedenti aveva tra mille difficoltà stampati altri scritti mazziniani, t1) diede a luce il proclama del ti febbraio, che si do- veva diffondere tra coloro cìie s'erano impegnati di contribuire al moto milanese, facendo insorgere le prò vincie dello .Stalo Pontificio: ma è da supporre che questa ristampa seguisse le stesse sorti di quella a cui avrebbe provveduto il Mazzini, poiché è noto che A. ì<afii e F. Pigozzi, andati in Romagna con l'incarico di spronar* qui ile popolazioni a cooperare al moto milanese, ebbero
(') Vkì. le introduzioni ai voli. XLII1 e XLÌ I dell' edie. nazionale. Xegli atti del processo contro il I'etroni e compagni, con- servati urli' Archivili di Stato di Roma, 80HO compirsi alcuni est mplari di questo proclama, dato a luce da quella tipografìa. È da notare che nella sottoscrizione manca la fuma di <'. Agostini, il quali.
quando s'ebbe notizia a Londra dell' insuccesso del moto insuìTezio- nale. protestò pubblicamente che si fosse abusato del suo nome, appo- nendolo ol proclama, l'eii. M . MkNGHINI, L. KoSBOth liei SUO CAI
leggio oon Q. Mazzini, cit.. in Rasa., cu., p. 125.
INTRODUZIONK. IX
presto ad avvedersi che colà regnava indisciplina, incer- tezza, sfiducia nella massima parte dei patrioti che avrebbero dorato prendere V iniziativa dell' insurrezione. in quale, in quei luoghi, ebbe addirittura a mancare. (')
Fallito il moto milanese, il Mazzini sciolse il Co- mitato Nazionale Italiano, e creò una Direzione Cen- trale, che doveva aver sede in Roma, e di essa, per alcuni mesi, tra il marzo e V agosto, fu anima G. Ve- troni. E ne diede notizia ai suoi compagni di fede col manifesto del 23 febbraio 1853, rimasto fino ad ora inedito, ma del quale si conserva l' autografo nel Mu- seo del Risorgimento di Roma. (')
Subito dopo, nel pieno del bollore delle irose pole- miche provocate dall' insuccesso del moto insurrezionale di Milano, il Mazzini, che aveva dichiarato di assu- mere « tutta quanta la responsabilità » che aveva tra- scinata «con sé l'ultimo proclama del Comitato Na- zionale, » si disponeva a scrivere « con tutta quella sollecitudine » che gli avrebbero consentito « le condì-
i'i Fed. A. Comandimi. Cospirazioni di Romagna, ecc.. cit.. p. 242 e seyg.
? Il manifesto è quello slesso al quale il Mazzini accenna nella sua lett. al Grilenzoni. in data 22 febbraio 1853: « È bene che tn abbia copia d'una circolare ch'io vado diramando ai nostri. Usane cogli (anici. Appena saprò delle cose di Genova e di Noma stessa, darò a te e agli altri nostri V indirizzo e il modo di corrispon- dere. Sarebbe pericolosa la molteplicità dei corrispondenti, cosi sarebbe necessario che pensaste quetamente a riunirvi in nucleo: In, Gaiani, Fare. Ercole lìoselli e un quinto. Starebbe da voi e ma- neggereste a modo vostro, e "quindi senza rischi. Ma il momeìiianeo ritraimi non deve rompere l'unità dell' azione, ed è necessario che si apra da Torino una corrispondenza con lioma, a tenere infor- mato il Direttore, uomo, t'accerto, eccezionale, e ch'io considero come un me stesso, d'ogni cosa che possa giovare a' suoi calcoli, che saranno i miei» (Ediz. nazionale, voi. XLVIÌI, p. 300).
\ INTRODOZIONK.
zioni » in cui si tinnirà ■ le cagioni per le quali ej;li l'assumeva, volonteroso ed altero. •■ ' hi una lettera <> Carolina Stansfeld, del 18 marzo, egli dichiarava: Sto iscrivendo proprio ora cose ussiti insolenti in un opuscolo che tento 'ii pubblican in Piemonte. Voi, naturalmente, lo leggerete — ino non è adatto pei una traduzione inglese: sono affari da trattarsi cu t'amili»'. Forse, quando sarà pubblicato, — se lo sarà mai — se nr potrebbe fare mi articolo con (strutti, lutto quel clie in esso dico, eri do pienamente ohe sia la ferita: ma nello stenderlo, sento che non sono j>in adatto a scrivere. Scrivo con freddezza e ripugnanza, come mi sottoponi ssi al compito pili gru re che risia. ■ Kon
ostontc. l'opuscolo fu terminato in pochi giorni, poiché ii 2 7 di quello stesso mise il Mazzini ragguagliava Emilia Katokes : ■■ Ho finito, grazie a Dio. il mio opuscolo. Sarà pubblicato a (ii noni: poi. sequestrato o no. secondo di che umoie saranno le autorità nei giorno in cui verrà a luce... L' editore è Moretti, del- /'Italia «■ Popolo.» {■■ a Soffi Graufurd, dui giorni dopo prometteva: Vedrò, bench'io non sappia ancora il comi, di farvi giungere copia d'un libretto mio cìn- si sto stampando, scritto con bile l'orsi, ma con co- scienza di ferità in ogni sillaba. » (,4)
Non si sa in qual modo, da (lineerà, dorè il Maz- zini nei marzo del 1853 si tenera nascosto, polisse issiti infimo in Genova l'autografo diquello scritto, per la stampa e diffusione del quali l'autore p
Ved. in lett. ni Direftore de IV Eco delle Provincie, in data 22 j 'ebbi-aio Ì853 [Edie. nazionale, voi. XLVIII, pp.
Edi», narionale, voi. XLVIII, pp. 366-367.
(3) Lì., voi. XLVIII. p. 382. < Ti . vói. Xf.l.X, pp 7-8
INTRODUZIONE. XI
deva fin da principio tutte le difficoltà che avrebbe incontrate in patria. Probabilmente, il Mazzini arerà potuto farlo a cere a Napoleone Ferrari, il quale a ogni modo era al corrente della stampa, che avveniva in modo assai misterioso, dell' opuscolo Agli Italiani, poiché il 3 aprile 1853 il Mazzini gli scriveva: « lì mio opuscolo dovrebb' essere fuori quando ti giungerà questa; » (4) e l'invio era stato eseguito a pili riprese, poiché il prezioso autografo mazziniano, che si con- serva nel Musco del Risorgimento di Roma, è steso su trentun foglietti di quattro formati differenti, e in ognuno si avvertono, dal colore dell' inchiostro e da altre peculio-rissime particolarità, altrettante soste nella com- posizione e quasi nell'indo di quelle pagine.
La stampa dell' opuscolo Agli Italiani procedette in- fatti tra' mille difficoltà ; e della guerra accanita contro di essa da parte del Governo piemontese esistono nume- rose testimonianze nell'epistolario mazziniano, tra i mesi dall' aprile al luglio del 1853. Prima ancora che fosse terminato di stampare, il Mazzini prevedeva che doresse essere sequestrato. « 1/ opuscolo — scriveva il 22 aprile a Carolina Stansfeld. — a quest'ora dee' essere venuto a luce, e già sequestrato. Ha tardato tanto, perché non si poterà trovare né ìin tipografo, né un editore che s' arrischiasse a mettere il suo nome sotto il fronti- spizio. » i'-) Tutta ria, ignora ra ancora che il Ministro dell' interno, conte Ponza di San Martino, avesse dato ordini assai precisi all' Infetidente di Genova, che era Domenico Buffa, il quale arerà sguinzagliato per la città i suoi agenti, al fine che s' impadronissero delle prore di stampa o ilei fogli dell' opuscolo. Il 22 aprile,
(l) LI., voi. XLIX, p. 33. (*) hi., voi. XLLX, p 103.
XII INTRODUZIOW1
nella casa di certo Lossada, « Genova, erano stati seque- strali cinquantaquattro fogli dell'opuscolo Agli Ita- liani ■ cioè 18 copie dei fogli a ". 3 t ! . avviluppati fra altri libri. ■■ ' Prora evidente che non appena si tirarono i fogli dell'arditissimo scritto mazziniano, alcuni devoti ornici dell' autore, per trina ài mi com- pleto sequestro, si affrettassero a distribuirseli fra di loro, ritirandoli dalla tipografia Moretti, e li nascon dessero nelle loro abitazioni. « L'opuscolo — scri- verà il Mazzini ad E. Hawkes il 2ò aprile 1853. — ha suscitato una tempesta nel cuore dei Governo pie- montese: dall' Italia e Popolo avrete risto le perqui- sizioni per il sequestro, le ricerche a domicilio e infine l'imprigionamento del tipografo dell' Italia e Popolo. Le copie non sono state prese, ma lo loro sorte è un mistero, tanto per me quanto per il Qoverno. Io non ne ho diclina, né so di alcuna. >• (2) Infatti, la sera del 21 aprile, un assessore di polizia . accompagnato aa alcuni agenti, orerà procedutoti un'accurata per- quisizione presso la tipografia Moretti, in jiiazza dril- lo Cattaneo, senza trovare una sola copia dell'opuscolo : e lo stesso risultato avevano acuto le indagini eseguite nella casa del proto della tipografia, e in quella di 'Achille Pozzi, gerente dell' Italia e Popolo. L'asses- sore di polizia era ben sicuro del fatto suo, poiché orerò presso di sé una copia dell' opuscolo, che l'in- tendente Luffa, o chi per lui, si era potuta procurare corrompendo persona che ne poterà disporre : ciò eh* aveva orato una ripercussione nel Variamento Subal- pino, dorè il conte /'onza di Sun Martino, a una in-
ì'ed. ìa lett. a yapohouc Ferrati, in data 5 maggio IS53 'Ediz. nazionale, voi. XLIX, pp. 160-16 i).
(*) Edit. nazionale, voi. XLIX, pp. 114 115.
INTRODUZIONE. XIII
terpellanza del Brofferio al Ministro Guardasigilli « sui sequestri ed arresti che avevano avuto luogo in Genova, » chiamato in causa durante la discussione, sia pure respingendo l' accusa che era stata fatta agli agenti di polizia di aver « quasi rubato alla stam- peria» i fogli dell'opuscolo che avevano dato «forza all' autorità, » ebbe a dichiarare che «quando si può spendere qualche soldo, si viene a capo di tutto, » ■poiché « V oro fa dei miracoli e pochi vi resistono, » av- vertendo il Brofferio che « se voleva di quei fogli, non aveva che a comperarli. » (*') Ma intanto, non essendo riescilo a sequestrare le copie dell'opuscolo, ne aveva arrestato lo stampatore, a cui era fatta impu- tazione, come affermava il Ministro guardasigilli, conte Boncompagni, durante la discussione dell'inter- pellanza del 25 aprile, di aver diffuso per Genova lo scritto Agli Italiani, prima ancora che ne fosse « de- posta la copia, al fisco, » mentre il Moretti ebbe a di- chiarare, e la sua affermazione fu trovata poi veritiera, durante il processo, dal quale esci assolto da ogni accusa, che era inesatto over egli -< stampato il libro senza frontispizio e nome di tipografia. » tanto è vero che la copio che era in mani della polizia aveva queste due indicazioni, e di più che non' essendo ancora l'opu- scolo in corso di pubblicazione, non poteva egli essere accusato ili trasgressione alla legge sulla stampa, la quale prescriveva si dovesse in precedenza, consegnare al fìsco una copia dell'opuscolo stesso. (") Il quale per
(1) Ved. lahtt. a C. Slansfeld, iti data 2 maggio 1853 i Ediz. /;«- sion ale, voi. XI. [X. pp. 149-150). Quelle frasi, che avevano destato una « riva ilarità, » si leggono pure nel resoconto itljiciale della seduta del 25 aprile 1853.
(2) Lett. a E. Hawkes, in data 23 aprile 1853 (Ediz. iki- ziunale, voi. XLIX, pp. 114 115 ).
\l\ INTKODDZION1
i>in iì' un tursi contìnuo ad esseri introvabile. Il 7 mag- gio il Mazzini informava Carolina Stansfeld: • Scrissi quell'opuscolo sull'affari 'ii \Iilano. non (unto per il, i i-i spiegazioni — cosa che non avrei potuto fan senza tradire ali altri — quanto per mostra n ai nostri giovani dove sia l'errore chi ha essenzialmentt frustrati tutti i nostri sforzi, e per preparare la via a a ii uitoro i>itt no di riorganizzazione, che creo iti promoven sotto il nome ili Partito d'Azione. Credo l'osse scritto assai male; ma doveva riescir utile, < m ogni mollo, formare il punto ili partenza del nuora
piano, l'n stampato secondo tutte le disposizioni liliali. Ma una rolla stampato, riunirò minacce ani fiorii no. e l' tittìiciil ito elle doveva firmario come nostro editori ritiri» il proprio nome. Altri tre 'Ietterò il toro. • sue cessi ra mente lo ritirarono, t'ultimo foglio si dovetti stampare quattro rotte. Tutte le copie furono dal tipo- grafo nascoste, in modo che il sequestro non portasse ad alcun risultato. Il Governo procedette illegalmentt acanti che la prima copia escisse alla luce.... Non tro- varono unita. Perquisirono altn tipografie t librerù : senea frutto. Furenti per V insuccesso, misero in pri- gione — di nuovo illegalmente — il tipografo, che è in scarda da dieci giorni. Quattro giorni fa, hanno imprigionato il gerente dell' Italia e Popolo. Intanto, non è possibile fiorarne una sola copia, né presso m> . m' presso i miei amici. Sono state tutte quante seppelliti in qualche luogo dal tipografo, chi essi cercano di corrom- pi re con prolungata prigionia e con danaro, ('redo ci rie se ir anno; e io dorrò, impegnato comi sono, far stampare l'opuscolo con aritmie ritardo a mii spisi, i con pochis- sime probabilità di far penetrare le copie in Italia. » (')
ie. nazionale, tot. IL/A', yv. 166-168.
IN I HODIZIONK.
Contro tinello guerra accanito che si faceva, alla ■pubblicazione del suo opuscolo, il Mazzini volle prote- stare pulìb Ugo mente, e inviò all' Italia e Popolo e alla Voce della Libertà una sua lettera, nella quale, ri- volgendosi « ai Ministri piemontesi, » si chiedeva se- essi crono « con l'Austria o contro l'Austria. » Il pe- riodico genovese l' inseri nel n. del 7 maggio; ma. come il Mozzini stesso prevedevo, (l) fu subito sequestrato, mentre quello ilei Brofferio potè liberamente darla a luce in Torino. '") Sembra però clic, in Un modo o nel- l'altro, l'opuscolo dovesse in quei giorni essere di rut- ilato, sio pure nelle forme clandestine. « L' opuscolo — scriveva infatti il Mazzini ad E. Haivlces il 14 mag- gio, — doveva essere in circolazione il 12, ma io non ne ho copia alcuna, e non so ancora come voi potrete averne : perché posta e diligenza sono sorvegliate con l'espresso scopo di sequestrare le copie ». [3) E a 'Na- poleone Ferrari, il 31 di quello stesso mese: « Se a un libraio o agli, Amici (F Italia il Moretti facesse giungere un cento o più copie dell' opuscolo mio. si venderebbero subito. » (4) Infine, il 3 agosto ne chie-
(l) Leti, a 11. Hawkes, in data 7 mangio 1853 (Ediz. nazio- nale, voi. XLIX, pp. 16!) e 179-180).
(a) La prolesta, chefupoi inserita in S. II. !.. voi. IX. pp. 5-13. comparve in quei giorni, per le cure di (i. Felloni, infoglio rotante (su 3 pp. a 2 coli.) con i tipi della « Stamperia della Direzione cen- trale Italiana. » cioè ili quella tipografia clandestina pili colte ricordala, e di esso esiste una copia nel Museo del Risorgimento di Ho ni a. II Mazzini eia informato di questa ristampa. Ved. la leti, a U. Gvi- lenzoni, certamente ilei maggio 1853, iteli' Fxiiz. nazionale, col. XLIX. p. 213. In questo voi. occupa il n ■ IX.
(3) Ediz. nazionale, voi. Xf.IX. pp. 200-201.
(4i Id., col. XLIX, p. 211. Ved. pure, sullo stesso avgomento; la leti, a Nicolao Fervavi, dei 24-25 giugno 1S53 (Id., voi. XLIX , p. 237).
XVI INTRODUZIONE.
deva notizia al Petroni, (*) il quale doveva averlo rice- vuto àn tempo, poiché negli atti del processo, conser- vati nell'Archivio di stato di L'orna, si conservano pili copie della ristampa che il tenace cospiratori bolognese faceva eseguivi nella sua tipografia clandestina, rimasta però in tronco, poiché nei frattempo il /'(troni e gli altri rappresentanti del Partito d'Azione erano impri- gionati in Roma.
L'opuscolo A<iii Italiani, nell'edizioni originale genovese, consta di 92 pp.. delle quali le primi otto, contenenti l'occhietto, il frontispizio e ima specie d'intro- duzione, sono numerate con cifre romane. A p. I \'. dono quella del frontispizio, è l'indicazione del luogo di stampa: Genova — Tip. Moretti; a p. 92, che non è numerata, sta la dichiarazione dell' editore. Emaniti le Sdutto, il quale, affermando di avere « adempiuto le condizioni prescritte dalla legge. ■■ si riserbava « il diritto di farlo tradurre in altre lingue, come pure di procedere contro ogni contraffazione e traduzione fatta a pregiudizio dei suoi diritti. » Ma la stampa genovese non esempli' con soverchia fedeltà l'autografo, al quale non fece ricorso lo stesso Mazzini, quando l'inserì nell' VITI volume degli Scritti editi e ine- diti. (\ limitandosi a riprodurre l'edizione originale, di cui non aveva avuto possibilità, nascosto coni' eia in Svizzera, di rivedere e sorvegliare la stampa. Xa turalmente. l'edizione nazionale s'attiene scrupolosa mente all' autografo : e se si vorrà procedere a qualche risconti o. ad esempio tra le pp. 20. 23, 24. 67 e 84 e le corrispondenti deli' edizione genovese, sarà facile avve- dersi (pianto il testo conveniente/ir itti ristabilito secondo il concetto dell' autore, differisca da quella edizione.
ld., voi. XLIX, P. 294.
Vs) S. E. L. vvì. Vili, },p. Z>X3-.yuo\
LNTRODUZIONE.
Altrettanto può dirsi per i Cenni sul Partito d'A- zione, che il Mazzini stese quasi ad un tempo con lo scritto Agli Italiani nel suo romitorio svizzero, e pure tii essi si conserva l'autografo nel Museo del Risorgi- mento di Roma. ■■ Fidando nella pronta comparsa del libriceino — cosi egli informava Carolina Stansfeld il 7 maggio 1853, — scrissi mi secondo opuscolo brevis sima, intitolato II Partito d'Azione, come svolgimento ilei primo. Lo ■mandai a Genova, a. Roma, a Malta, in modo dii avere tre probabilità. Da nessuno di questi luoghi ho risposta. Ne offrii una copia a stampare a mi piccolo centro della Svizzera tedesca. L'incari- cato, per non so che preconcetto di indirizzi sba- gliati, neppure apri il pacchetto, via lo mandò in un luogo dorè arerà dimorato Quadrio. Ma Quadrio era partito....: alla fine, il pacchetto lo raggiunse colà, e fu rimandato indietro. » ('> Invece, a Roma il manoscritto dovette certamente giungere, e il Petroni provvide sollecitamente a stamparlo nella tipografa della quale disponeva, su sottilissimi fogli di carta, sette in tutti, impressi a due colonne sul solo recto. ponendo sult' ultimo di esso, come per le altre pubbli- cazioni, l'indicazione: Roma - Ti pografia della Dire- zione eentrale Italiana. Ed è rozzissima stampa, come del resto tutte le altre preparate da quella tipografia . for- micolante d'errori, senza un regolare ordinamento d' impaginatura : imperfezioni tutte che sono sufficienti a dimostrare quali immense difficoltà si dovevano supe- rare per la composizione e la tiratura, di quei fogli clandestini. >>e si deve poi credere al Gironi, che nel suo Diario, inedito, conserrato nella Biblioteca Nazio- nale di Firenze, descrive alcune edizioni dei Cenni sul
1 Edi3. nazionali . voi. XLIX, p. 168.
\ \- 1 1 1 i nt no i>r zi oj
Partito d'Azione, rinate a ìuct in quei giorni, sembra ni riuscisse a procuran anche una stampa sn ::, i a fieli 'opuscolo : i il < cosi citata dal patriota }>> afe s, : il | Partito d'Azione. | ('«'imi | di Ginfiepi>e Maz- zini. Senza frontispizio, in-16 grande, pagine 19, <-<>n data: Italia, aprile 1<S.">;>. Edizione svizzera, di Ginevra, la filimi! che si t fatta. TI Museo del Risorgi- ni' iiin di Roma conserva un esemplari di questa raris- sima edh <ia a a nthiiin esame è facile consta- tare comi il Cileni fosse esatto i< descriverla, veni' > possibile ammettere, per la rassomiglianza dei tipi ili m rutti ri usati i" r Ut stampa di essa con quelli delle tipografie ticinesi, ad esempio con quella di cui era proprietario Giacomo finiti, che l' edizione dei Cenni sul Partito d: Azione, della quali situai'- tor- cili svizzeri,
h'op mazziniano ebbe pure min edizioni gena-
vi se. che non potè, per ovvie ragioiti. eseguirsi p in tipografia dei Moretti, ma in qn >< Maga.
il notissima umoristico che si pubblicava a
<;<iioc<t. Vei Diario del Gironi, sotto la data del
-I oprilo /s .'."' infatti: ■■ Ieri giunsero qui
in Genova per in posta da ... i manoscritti d'un nuovo hit-oro di G. Mazzini, che dovrà stamparsi: ■ e in una lettera del Mazzini a Carolina Stansfeld, del Il maggio: • l'n altro mio scritto è stato stampato
• ftimana scorsa dai tipografi di o giornale
genovese. La Maga: l'hanno anch' esso s ". <
stami" ricercando il direttori di ■ . eht si
i na ()uesta edizio ri che
Su Un M a ur si M . I ' « » \ • > - i ii 1 1 . I
i - /.i .1/
INTRODUZIONE. 3'X
non ha luogo di stampa, di 24 pp. in-32, con fronti- spizio : Il | L'arti to d'Azione | Cenni | di j Gitrsisr- ri; Mazzini, e infondo la data: 1853. Descrivendola
un po' sommariamente ari .suo Diario, il Gironi avver- tiva : « Si è pubblicato IO giugno, netta c<l elegante
pili delie altre, di cinquemila copie : costa centesimi dieci. Ha per data: L853. Maura il luogo di stampa. Questa la creilo ai Genova. »
I Cenni sul Partito d'Azione furono dati a luce a nchi a Malta, per modo che il proposito del Mazzini di dar mano simultaneamente alle quattro edizioni del- l'opuscolo ebbe dei tutto a verificarsi. L'edizione mal- tese è quella che ha per frontispizio: Il j Partito Na- zionale | Cenni | di | (Giuseppe ytZazzxm- || L853. : e consta di // pp. in- 16 piccolo, sulla prima delle '[itali s'adagia il frontispizio, mentre la successi fa e bianca. Non si sa chi fosse incaricato di curarne la stampa : ma è facile ammettere che ri provvedesse Emilio tice- herras. da più anni esule in quell'isola, e dirigente quella sezione del Comitato Nazionale Italiano.
Per le stesse ragioni dette a proposito delio scritto Agli Italiani, quando il Mazzini provvide ad arro- gitele i Cenni sul Partito d'Azione nella raccolta dei suoi, Scritti e'iiti e ine'ìiti. 3) ricorsi a una delle quattro edizioni, certamente a quella genovese, che era più co- mune e a ogni modo pili arai rata : ed infatti, un, raf- fronto di questa con l'altra svizzera e con la daelliana, per non istituirne altri, permette di legittima re quest'af- fermazione, poiché fu seguita con assai fedeltà lapilli- teggiatura ' della prima. La Coni missione ha ricorso naturalmente all'autografo, che ha le stesse caratteri-
i'i Ved. V ediz. nazionale, voi. A/.//, p. Ut. (?) Voi. Vili. pp. 315 333.
l >. I l; « » 1 ■ i /
ntiche enteriti dell'altro dell'opuscolo A^li Ltuliaui occupa cioè il ce. di quattro formati differenti.
S'è detto già che V insuccesso dei in<>:<> del 6 feb- braio fSì)8 arerà deciso il Mazzini <i scioglien il Comi- tato Nazionale Italiano e a fondare il Partito d'Azione. Ma fu (meni causa d'aspri 'li.ssiiiii tra i mazziniani, spi
ri, il minti (in emoni clic risiedevano in Ii'inmi, doti l<
una fazione che fu <<<tt<< dei fusi o fusionisti, capeggiata ii<i Cesare Mazzoni, già ardente mazziniano, anzi, ini due unni precedenti - ordinatore supremo ■■ in Homo dell'Associazione Nazionale Italiana, li 9 aprili 1863 quel nuovo partito die fuori il seguente manifesto, in nome dell'Associazione Nazionale Italiana, e lo diffuse in foglio volante a stampa, Specialmente in Piemonte, dovi trovò largo consenso anche nelle sf'en governative:
Le discordie fraterne fiaccarono le nostre forsft quando l:i Provvidenza ci apparecchiò un avvenire di gloria. Innanzi ad una - : t i < i : i muraglia, ciie ci arrestava \\ cammino, noi, de- - 1 inai ì ad abbatterla, uon solo non ci ordinammo all'assalto: ma ci dividemmo in sonili drappelli, romoreggiandole intorno. quasi dovesse crollare per prodigiosa magia. Ogni drapp seguiva mi duce, ogni duce agitava una insegna, ogni ins< . tracciava diverso sentiero. Perché tante forze disperse, tante azioni slegate tanti progetti inopportuni! Non avevamo tutti un desiderio da compiere, un ostacolo da superare, un inimico da vincere? Questa è Iti sventura, che ci fruttola schiavitù di tredici secoli: la forza i questa, die piti ci strinse i ceppi, quando avremmo potuto spezzarli. Cercammo lo sviluppo v non avevamo esistenza; sospirammo in meta, e ne sfuggivamo gli
ramo il trionfo. <■ non raccoglievamo l'esercito. G uomini, che avrebbero dovuto abbracciarsi fratelli, si com- battevano uemici. v hi vita della Nazione periva uè' loro con- flitti.
tNTKODUZIONR. XXI
« I>o[)o i rovesci ciel 'Ifl. voci generose invitctrono gT Ita- liani rutti sorto un vessillo: ed il Partito Nazionale si creò con auspici avventurosi. Gioirono gli oppressi :i questo pegno di sa Iure ; e teli uomini i pili discordi lo accettarono senza esita/ione. Parvero deposte le gare, conciliate le differenze, spente le prevenzioni. Fu tregua momentanea,, non pace duratura. Indi a poco o gelosia di uomini, o intolleranza di opinioni, o esclu- sività di forme lo sviarono dal suo cammino, e le divisioni si riprodussero pili minacciose e ]>iii fiere. Quindi Londra e Parigi, lotte fraterne e nuovi disastri, preziose vittime sconfortate e maledizioni decrii nomini. E tempo che sili errori, che ci per- derono. cessino alfine, e (die la triste sperienza del dolore ci guidi a pili sacci consigli, 'l'orniamo sui passi che ci tracciò li) ragione, e che calcammo per poco: e schierati in una sola battaglisi attendiamo il cimento. Una torni la nostra bandiera ove Italia < Libertà sia scritto; uno il nostro "fido di guerra. Fuori i barbari: una la nostra volontà, ((nella della Nazione. G'insulfca lo straniero indie nostre contrade; rapisce le nostre sostanze; appicca i nostri fratelli : e noi non serriamo le l'ile: e non pensiamo unicamente a distruggerlo f
« ('onie da questa Roma. Ira le gioie del '47. parti ver- gine e portentoso il primo grido — italiano — : cosi da questa Roma, fra le lacrime del '53, sorga la panda di salute, che rannodi i fratelli, L' ascoltino gl'Italiani «die traggati la vita in terra d' esiglio, se amati la patria. 1/ ascoltino gii uomini, illustri per ingegno, cari per sacrifìci, venerati per virtii : e unanimi giovino coi loro consigli, esercitino la loro influenza,
confortiti >1 loro esempio, inspirino con la loro abnegazione.
L'ascoltino quelli, (die. sotto eie! pili benigno, veggono agitarsi ancora.. l'italiana bandiera, e si congiungano col sospiro e con l'azione ai fratelli (die fremono e soffrono poco lungi da loro. L'ascoltinogli oppressi, che in questa terra di dolore mangiano il pane della schiavitù fra gli oltraggi del birro e dello stra- niero; e si levino alle alte speranze pei futuri destini. Distrutta la potenza, usurpata del preteriranno, le schiere della Repub- blica Romana si stringano ai vaiolosi di Goito, di Cimatone e di Venezia; e formino un solo nazionale esercito. Ovunque s'innalzi una bandièra italiana, ivi ci addensiamo compatti, ed il grido : fuori i barbari c'infiammi .alla pugna. Chi con questo grido sul labbro, e col fremito in cuore impegnerà la battaglia, si avanzi sicuro: la forza del popolo, e la bene- dizione dei. redenti sarà con lui. »
\ \ 1 1 ivi RonnzioNi
Contemporaneamente, pubblicava) oon ìe stessi fornir tipografiche, la seguente circolare:
« i.ii ultimi fatti «li Lombardia, cagione di lutto ad ogni cuore italiano, pili che Ih insufficienza ili dati nomini o ni dati mezzi, si mostrarono a chi imparzialmente gli giudica, come oguiino dei partiti che ci dividono debba riuscire impotente a conquistare, colle sole sue forze. l'Indipendenza Sazionale. Il danno, la vergogna delle fraterne discordie, toccarono ognuno, l'unione divenne voto, bisogno universale. Né Roma città vera- cemente italiana mancò a se stessa; non mai l'opinione libe- rale ni questo paese fu più unanime e pia ferma. Si volle l'ini- a riva. La Direzione Centrale dell'Associazione Italiana fu disciolta per decreto del Comitato di Guerra, e di quasi tutti i membri della direzione stessa, ed mi comitato p'rovvìsorio fu isiiruito. Missione del Comitato è rannodare intorno al vessillo nazionale gl'Italiani tutti che al <ii sopra delle ire di putte pongono l'amore della terra natale, e l'odio all'oppressione straniera; ricondurre 1' Associazione Nazionale Italiana ad un programma clic rimettendo la scelta dei mezzi tigli avvenimenti, quella riolle forme di governo alla libera volontà della Nazione debba essere accettata da ogni buon patriotta 11 < lomitato pro\ -
o crede suo primo dovere rivolgersi agli ex Deputati della
Costituente K ma e nel tempo is tesso a tutti coloro che per
mente o virtù* patria hanno tra noi nenie onorato.
l per ciò il detto Comitato manda n voi la presente, uniti) al -no programma, invitandovi ;i schierarvi fra le file del Partirò nazionale, ed aiutarci nella bell'opera, procurandoci l'adesione ài rutti colino che hanno in voi fiducia.
Pensate che gli avvenimenti incalzano, pensate «tome non debba perdersi questo momento in cui l'eloquenza nei fatti iti, •■ la pietà dei fratelli, e la speranza del vicino coni battimento persuadono la concordia.
Parete cosa grata se permettendolo le particolari circo- stanzi cherete in qualche giornale la vostra adesione. luti
In quei giorni il Mazzini trascorreva ore di tre- menda angoscia. f-Ji/ìi ni trovava in aperto dissidio col uth, n proposito della divulgazione del proclama agli
INTRODUZIONIC. XXIII
Ungheresi; dreni unito notizia che a Londra C. Ago- stini protestarli pubblicamente che si fosse messo la sua ■firma al proclama del 6 febbraio senza suo consenso : /iure a, Londra si staccava defili il i ra me ni e da lui Mattia Moni, eeìii. che era stato tra i dirigenti del Comi- tato Nazionale Italiano. Nel suo ignoto rifugio di (li- ner ra egli dorerà stare tiene in guardia che il da- remo Federate, costretto dalle insistenze dell' Austria •-, non s' impadronisse di lui. e. netta migliore delie ipotesi, io cacciasse dalia Svizzera. Nella sua città notule, infine, si usa rana tutte le arti poliziesche, per impe- dire la pubblicazione del suo opuscolo Agli Italiani e dei < Jenni sul Partito d'Azione. Quello che più i 'afflisse fu perula scissione del Partito Nazionale in L'orna. ■< Maz- zoni, Piccioni e altri sei me mini della gerarchia — scri- veva il il aprile JHo3 ad A. Saffi, — ita uno dichiarato in nome del popolo a Marco. ; che bisognava indie- treggiare fino ai primo manifesto del Comitato Nazio- nale, guerra e nessuna questioni di governo - diffon- dere V organizzazione — introdurre nel Comitati tanti ih menti monarchici, federalisti, unitari, repubblicani — in citar me a ricomporre un Comitato Nazionale, del <iuaìe farci parte io. purché accettassi rappresentanti degli altri partiti, e ria cosi. Marco ha rifiutato in nome dell' onore di L'omit e del Partito, ha detto che accetta ra il partito — tanto era certo del buon senso popolare — a' esporre colia stampa i mutici del prò' e contro, e aspettarli il roto comune. >> (2) // Pet rolli infatti pubblicò in foglio rotante la seguente fiera << Pro- testa dei repubblicani di L'orna contro le parole stam- pate in nome dell'Associazione Nazionale colla data
i ' i (liuseppe Petroui.
<"< Eiìiz. nmiunalff voi. XL1X. p. 28.
\ \ I v ini ItODCZIO
9 apriU 1863: e la fece stampnrt urna sua pie cola tipografia, che m quei giorni era riusciti, u sot- trarre nìlt' preteste dei fusionisti.
enorme attentato si compie. In nome della coi i
tra :i Roma un equivoco, affinché Roma lo <_'.tii all' [tali». I che altro e un equivoco, se non garanzia il' immobilità e scala al tradimento?
Denudate la stìnge <• copritele il volto. Sparisca il leno- cinlo delle frasi arcadiche accozzate il proposito. Il programma senza nome >i riduce a una serie <ii menzogne storiche con min conclusione logicamente falsa e praticamente impossibije.
Non e vero che innanzi a un avvenire di gloria li' di*" fraterne fiaccassero ir nostre forze; vero è che fnneste ed ingan- nevoli concordie ribadirono le nostre catene, e s'avverò il disinganno quando non era pili in tempo.
Non <• vero che il Popolo si dividesse in drappelli proce- dendo con duci ed insegne diverse per sentieri diversi: vero è che dove insorse il popolo senza guida di agenti regii. ivi lumini compatto e concorde, e (piasi inerme sbaragliò nemico agguerrito e<ì armato; vero è che la vittoria del Popolo fu confiscata ii:ii regii a favor dei nemico; vero è eh.- li- parti
irdi non furono mai pili che due: lealtà <• ruggirò, vittoria !■ tradimento, verità e menzogna. Popolo e re.
None vero che si cercasse lo sviluppo prima di esistere: vero i die ii grido v Viva l.i Repubblica « che usciva dalle barri- cate di Milano, p.T una malaugurata abnegazione si tacque, quando pei' amor di concordili e per inespei ienza fatale si abban- donarono a mani regie le -uni d'Italia. Non e vero che per giungere alla mela della verità sia necessario percorrer! siadi delia menzogna: vero e che colla menzogna non >i rige aerano le Nazioni, e che quegli staili Bono come gli armistizi che domanda il nemico per rimettersi in forze e per tentare opera d rruttela ira chi deve combatterlo. Non e vero che
mbattessero nemici coloro che dovevano abbracciarsi fra
: vero e imi troppo che s' abbracciarono fratelli coloro che
Dì v riservano alcune copi* della stampa
in foglio rullili' reperii » diì processo contro iì Petroui
. a li' In i irio ni Sialo di Roma.
INTKOntJZIONE. XXV
si dovevano combatter nemici, perocché nemico straniero sa- rebbe sempre impotente, se non avesse ausiliari all'interno e nelle regie corti e tra regii agenti e negli stati maggiori degli eserciti regii.
K non è vero che il Partito Nazionale fosse per gelosia di nomi, intolleranza di opinioni ed esclusività di forme sviato dal suo cammino «la chi aveva dono i rovesci «lei '49 invitato gl'Italiani ad unirsi sotto un solo vessillo. Dal suo primo programma (ino all'ultima sua parola proferita nello scorso febbraio, il Comitato Nazionale Italiano non muto mai lin- gnaggio. Parlò in quello di Libertà, di Eguaglianza, di Pro- gresso, di Educazione molale, di culto del Vero, non (iella menzogna o del caso, di credenza in Dio e nel Popolo, non nel papa e nei re: parlo d'Indipendenza e la delini per distru- zione di ostacoli interni ed esterni da raggiungersi non sola- mente nel Popolo ma dal Popolo: parlò del governo della rivo- luzione, come ili un diritto clic al solo Popolo appartenga ed agli eletti da Lui: parlo di Costituente italiana raccolta in Poma, non per lottare fra sovranità di Popolo e sovranità <ìi monarca, ina per dire all'Italia e l'Europa il pensiero del Po- polo. Era dunque il programma decisamente e radicalmente repubblicano, sebbene la, parola Repubblica non si pronun- ziasse clic nel settembre '51. sul timore che in qualche angolo di Italia, dove ancora predomina 1' elemento aristocratico, quella parola non suonasse anarchia, comunismo, dissoluzione sociale o peggio. Taluni condannavano la reticenza, perché pensarono e pensano che negli atti ufficiali, in cui si bandisce il vangelo del Popolo, nessuna dissimulazione sia lecita: e questa fruito in brev' ora la discordia tra Londra e Parigi, ossia tra i repub- blicani unitari e i federalisti, i quali si affrettarono a protestare che nessuna organizzazione generale possibile, nessuna unione reale e feconda, nessuna via di salute riconosceranno mai che nella repubblica (Dichiarazione sul programma del Gomitato latino Art. [). Dunque i repubblicani di evoluzioni profonde, unitari o federali non monta, tutti gli uomini potenti di fede. di azione, di sagritizio. si vorrebbero in nome della concordia allontanare dal campo. E perché? Per chiamarvi i faccendieri del 'tT e coloro che a benefizio dei re impedirono nel IS il compiersi delle rivoluzioni del maggio e del novembre per an- teporre un'altra volta, antica formula di tutti i tradiménti italiani, il concetto dell'indipendenza al concetto della rivo-
\ \ \ i i\ ritornigli '\ i .
lozione, quasi che si potesse da gente schiava combattere pei l'indipendenza • per portare una ferita mortale all'Italia del Popolo, all'Italia repubblicana, colpendola nel -no centri vita, Della Bua metropoli aacra pi • a lioma il pres
«Iella sua gloria, pegno infallibile dell'ai e ■ d'Italia per
spingere il magnanimo Popolo Romano all'abdicazione «ii un principio consacrato dal sangue di migliai» di martiri, per dare una mentita a qnei martiri •■ alle vittime generose che lasciato tutto giorno la \ira sui regali patiboli col santo grido: \ iva ìa Repub- blica • i>fr trascinare i repnbbli cani, che vivono di lealtà <■<! onore, nel pantani» delle dissimulazioni, delle menzogne, delle apostasie, delle ipocrisie per is veliere dai cuori la fi
sostituirvi il dnbbio, e co] dnbbio assicurarsi l'inerzia
AHI ! PARRICIDIO !!!
I. se chiedeste :i costoni - i quali non munchernunn 'ii protestarvi che in nona sono repuliltlicani e che seiupri furono e lo saranno sempre: a che mentite? Qual' è il risultati! pratico che dalla vostra fusione o confusione vi ripromettere? Ohi inizieià la rivoluzione/ li Popolo o un re? Se il Popolo. ipiale sarà la sua bandiera? una bandiera neutra. Canali iducif i omini nentri 5 dunque o inetti, o malvagi: il governo prov- visorio di Milano nmi è dimenticato in liana. Ma voi ci pro- metterete di distruggere la potenza del prete tiranno. E allóra come spciair alleanza di ref E non sapere voi che la potenza papale e la regia esistono l'ima per l'altra? Non vi cadde mai l'occhio sopra un articolo che figura tra i primi in tu ti
costituzioni regie? Iniziando mi re, 9timate voi che i miri
soltanto a guadagnarsi qualche provincia, o che voglia davvero cacciare i<> straniero d'Italia, quando lo straniero gli e • sario per mantenergli la corona snl capo? !•'. se il vo] mate voi che il potrebbe, e che le potenze d'Europa assenti- rebbero iii buon grado alla nazionalità italiana, ohe ogni di- spotismo d'Europa annienterebbe in un lampo? Voi dunque spingerete i" liana al divorzio dalla Democrazia europea e l'an- nienterete isolandola : imperoci lié . so u bandiera repubblicana, innalzata ■> in Italia <> altrove, può far appello ai popoli d' Eu- ropa e spingerli alla lotta estrema della Libertà cnntio il di- spotismo.
nitori dell' inqualificabile mostro rispondano, se sanno, a queste richieste. Non h provochiamo alla discussione, pe alla discussione ha diritto il Popolo Esso è tutt* altro pei uoi
[NTKODUZIONK. XXVII
che 1111:1 vile moltitudine, Una fazione qualunque che voglia sorprenderlo, unita al prete tiranno, clic predica i suoi enigmi e non ne permette l'esame.
Noi non daremo al Popolo le arti dei fusionisti. Vediamo un gran tradimento; ina sappiamo per autica sperieuza clie i grandi tradimenti si comprano da «ine sorta d'agenti: altri vendiiii ed occnlti. altri ingannati e palesi. 11 nostro cuore sa compatire alle vanità fanciullesche, a una falsa educazione, a una colossale ignoranza. Noi confortiamo il Popolo a star fermo al ano posto, a rammentarsi <li esser romano, a pensare alle [lassate sue glorie ed al sublime avvenire che gli sta dinnanzi ; ma in pari tempo gli ricordiamo la parola del Cristo: Perdo- nate a costoro perché non sanno quello che si facciano.
Aprile 1853. -
Anchi' il Mazzini che. a prevenire qualunque ten- tativo di trattative da parte dei fusionisti, aveva mon- dato a Homo « venti linee, dicendo loro di risparmiare inchiostro e spese postali; dacché non avrebbe accet- tato né proposte né corrispondenze con un Comitato che non fosse repubblica no. ■ e che, ari eìibe combattuto « a morte collo stampa, il concetto retrogrado, » (*) stese uno protesta contro quella « diserzione, della ban- diera ; »> e inviandola ad .1. Saffi, l'8 aprile 1853, a retri iva : ■• L'atto che t' acchiudo, firmato dai mi- gliori dell' emigrazione in Genova, sarà mandato in /toma ; lo stesso si farà altrove. Credo che tu do- vresti firmarlo, farlo firmare da t'ianciani . da Pericle, da rlii altri ài Roma c'è: poi mandarlo a Genova a l'urico Mazzoni.» i'i Stampata anch'essa in foglio vo- lante per curo del Petroni nella sua tipografia, fu accolta dal Mazzini nell'edizione degli ►Scritti editi •* inediti, ;;; e ora si ristampa in questo volume.
[}) Leti. vii., ad A . Saffi A'iiis, nazionale, voi. XL1X, p. iJX<.
tlàìz. nazionale, voi. XLIX, pp. 6H UT . ' Voi. TI II. pp. 364 Ubò.
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